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L’ARRESTO CARDIACO NOTTURNO DI UN ATLETA
LA TACHI E LA BRADIARITMIA
La morte improvvisa durante il sonno di un grande personaggio sportivo ed umano come Davide Astori Calciatore Professionista in piena attività atletica, ha comportato un enorme sconcerto mediatico nel mondo dello sport.
Non è servito a rassicurare totalmente l’ambiente quell’esame necroscopico eseguito quasi immediatamente sulla base di un’inchiesta giudiziaria, guidato dal Prof. Gaetano Thiene Direttore del Centro di Cardiologia Vascolare dell’Università di Padova e indiscusso Esperto internazionale sulla morte improvvisa del giovane e dell’atleta. Il comunicato rilasciato dalla Commissione, è relativo a morte improvvisa cardiaca “senza evidenze macroscopiche, verosimilmente su base bradiaritmica”.
Tale documento rimanda le conclusioni definitive dopo i 60 giorni o più richiesti per approfondimenti diagnostici specialistici sul materiale asportato (microscopici, istopatologici, immunoistochimici, genetici, riguardanti sia le strutture cardiache elettriche che delle vie di conduzione che quelle muscolari e vascolari nonché comprensivo di indagini di tipo tossicologico e clinico-retroattivo.
Questo comunicato, giustamente cautelativo, merita alcuni commenti per meglio informare il mondo dello sport su questi eventi mortali improvvisi imprevisti.
Per quanto concerne l’aritmia bradiaritmica cioè un evento asistolico causa di arresto della pompa cardiaca, essa si verifica però molto raramente quale causa di morte improvvisa nell’età biologica come quella di Astori contrariamente che nelle età più avanzate (dovuta a patologie aterosclerotiche) che giovanili (patologie genetiche, malformative, infiammatorie). Tale arresto peraltro non è di solito diagnosticabile come tale in vivo se non attraverso una registrazione elettrocardiografica al momento in cui esso è presente che documenti una marcata asistolia o un blocco di conduzione ai vari livelli cardiaci. L’attuale esperienza nel trattamento dell’arresto cardiaco sul campo dell’atleta conseguente al sempre più ampio utilizzo del defibrillatore automatico esterno (DAE) ha fornito molte informazioni al riguardo in quanto le piastre del defibrillatore applicate al soggetto in arresto forniscono immediatamente la diagnosi, trasmessa per via visiva e vocale, sul tipo di arresto presente. Di solito, nell’atleta giovane trattasi di una fibrillazione ventricolare dovuta ad una causa aritmogena preesistente sconosciuta, aritmia ad andamento rapido, destabilizzante la pompa cardiaca che in un certo numero di casi se trattati precocemente, si risolve, consentendo di salvare il soggetto che successivamente verrà curato in conformità. La forma asistolica invece trova scarsa possibilità di recupero salvo una fortunata risposta ad un immediato intervento rianimatorio. Quello che si verifica costantemente in ogni soggetto in fibrillazione ventricolare, se intrattabile, è la progressiva disorganizzazione ed accelerazione elettrica seguita irrimediabilmente da un’asistolia per cui un soggetto con arresto cardiaco risulterà in fibrillazione ventricolare nei primi minuti di trattamento ma più tardivamente presenterà un aspetto elettrocardiografico asistolico di ECG piatto in tutti i casi. In sintesi anche un arresto cardiaco da fibrillazione ventricolare se esaminato tardivamente presenta caratteristiche di tipo asistolico!
L’avere la Commissione parlato di arresto bradiaritmico sulla base dell’autopsia ispettiva macroscopica, implica probabilmente il possesso di informazioni da approfondire al riguardo (ad es. evento miocarditico acuto, patologia improvvisa delle vie di conduzioni cardiache, cardiomiopatia ignorata, canalopatie non riconosciute tipo di reperto visceritico post arresto ecc), ma forse anche di tipo extracardiaco (ad es. a livello dei centri cerebrali cardiorespiratori).
In ogni caso l’arresto cardiaco notturno nell’atleta dell’età biologica di Astori è si raro ma non eccezionale. Ad es. un caso analogo, che aveva destato profonda emozione e che rientra nella casistica delle morti improvvise degli atleti da noi studiate (dal 1974 ad oggi), è stata quella di Ivan Francescato con morte improvvisa durante il sonno, avvenuta il 21.01.1999, a Treviso, di questo grande giocatore di rugby a livello internazionale dovuto ad una coronaropatia latente ignorata diagnosticata solo con lo studio autoptico.
In conclusione, il mondo dello sport rimane ora in attesa dei risultati di quello studio anatomopatologico assicurato da un Centro Specializzato e di grande esperienza nazionale ed internazionale quale quello dell’Università di Padova. Tale studio deve se possibile, individuare il substrato aritmogeno latente e precedentemente sconosciuto in un atleta in piena carriera professionale, tale da destabilizzarsi improvvisamente durante il sonno producendo un’aritmia mortale che può essere sia rapida tipo fibrillazione ventricolare che asistolica (estremamente rara chiamata bradiaritmica).
Va comunque ricordato che il 20-30% delle necroscopie anche più accurate, può non riuscire a identificare la causa di una morte improvvisa giovanile! Il mondo degli atleti va comunque rassicurato che il termine aritmia bradicardica e bradicardia in genere significa solo la presenza di una benigna fisiologica conseguenza di una regolare attività sportiva effettuata e non ha nulla a che fare con le rarissime bradicardie maligne mortali da patologie nascoste non riconosciute.
Articolo elaborato dal Prof. Francesco Furlanello, Esperto Internazionale di Cardioaritmologia Sportiva – IRCCS Humanitas Research Hospital Elettrofisiologia II – Milano
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